1. |
Lontano dagli occhi
03:33
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[instrumental]
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2. |
Lame di sabbia
03:12
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Ho lame da mostrare, lame da affilare
Lame e sale da pagare
Ho lame e alienazione, lame e convinzione
e un equilibrio da sfidare
Perchè non ho bisogno di motivi per morire
solo mi basta una ragione per vivere
Conservo un ideale e punto alla missione
di distruggere e creare
Perchè non ho bisogno di motivi per morire
quando mi basta una ragione per vivere
Perchè non ho bisogno di ragioni e non ne voglio
Perchè non ho bisogno
Perchè non ho pace
Perchè non ne ho bisogno
per affogare nel tuo male.
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3. |
Il tuo male
06:32
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Perderti,
non hai motivo di perderti.
Non hai ragioni a cercare di perderti.
E trovi le scuse di illuderti,
di illudere tutti.
Di illuderti e perderti.
Vestiti di inutile e coriandoli,
di nervi e bugie,
di tutto ciò che è futile,
ed è parte di te,
di quello che sei,
e odi il mio regno e i tuoi dei.
Odia il mio regno e i tuoi dei.
Ma almeno chiediti se non è un’abitudine,
o se perdersi è solo un’altra scusa
per non Essere, per non Esistere,
o fermarsi a piangere
di quel tuo male lieve,
che è bellissimo
e mi scava l’anima.
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4. |
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[instrumental]
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5. |
Trema
05:24
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Vorrei vivere lieto
e che lieto io sia.
Vorrei, vorrei
scambiare meteore e follie con il mondo.
E ridere di ogni mia malinconia,
di ogni realtà.
E appendermi a sbuffi di aurora e di fate
e sognare solo un po', via da qui.
Vorrei, tra mille sorrisi,
averne uno mio
e sentirmi gentile ascoltatore
di un povero cuore
in balia di suoni.
Terra trema
ad ogni mio passo
perchè non so posarmi
senza disperazione, fuoco od onore.
Sempre in difesa a pensare che
Io,
Io sono Io,
Io e nessun altro,
a un passo da me a urlare che
Io,
Io sono Io,
Io in nessun altro!
Ed è così
che muoio domani,
ma dopodomani ho da fare.
Trema!
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6. |
3C
03:34
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Non ci sono maschere di fango.
Leccati la voce e dammi almeno una scusa,
una scusa plausibile.
Ci sono solo… solo anime stanche.
Leccati le mani e accarezza i miei pensieri inequivocabili e lontani.
Siamo un cane,
una coerenza,
un cuore inutile,
e non ci troveremo mai.
Leccati la voce e dimmi un po’ chi sei.
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7. |
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Apriti!
Aprimi ai tuoi pensieri
e poi chiudili
e a mente lucida riempirò ogni vuoto caldo.
Scivola su di me,
sui miei battiti
e aggrappati al mio respiro
che colerà di vergogne impronunciabili.
Assaggerò, senza un ordine,
ogni tua mania,
e la tua immobile e umida soglia
ingorda e livida di me,
delle mie poesie,
delle mie poesie
e delle oscenità dette in questa camera
che si piegherà su di noi
ad umori lenti e instabili.
E maledirai le mie mani,
le mie parole che troverai,
senza mai vederle,
su di te, sulla tua schiena lucida.
Apriti… aprimi…
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8. |
Molestie
05:29
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Tirati su
e lasciati qui
così volente e indolente.
Lasciati qui,
così,
a molestarmi.
Parlami.
Parlami.
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9. |
Uomo di palcia
02:50
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[instrumental]
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10. |
Il giorno più lungo
07:44
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Il tempo non da tempo,
non da tregua,
porta guerra
e Guerra ingravida la mia stabilità,
senza sentire,
senza un’anima,
con foga,
senza luna fertile ma bianca.
Lascerò affondare le sue carni informi.
Le lascerò a straziarmi
e cederò ai lamenti,
e sarò vittima e immorale,
sarò sporco,
sarò complice della mia distruzione.
Correrò, stanco, a metà
ed alzerò muri tra le mie paure
e la mia razionalità più nera.
Sarò ignobile,
dividerò le menti con inganni,
con parole e miele,
con abilità,
con lucidità.
L’autodistruzione da soluzioni,
ma le rinnegherà.
Ci piega ad arginare piene,
come fosse alzare una prigione
in cui nascere,
in cui chiedere
se e quanto non siamo diversi, solo divisi.
Quando non siamo diversi, ma solo divisi?
Quanto non siamo diversi ma solo divisi?
Quando il suo mai non è un mai.
Perderemo il nostro incanto.
Spegneremo i sogni.
E il pianto e l’attendere ci inghiottiranno.
E se poi
rimane il suo dolore,
rimane quel suo viso,
rimangono le sue mani,
un giorno dura anni
e sembra non finire mai.
Noi non siamo diversi, solo divisi e chiusi.
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11. |
La+Ma
09:45
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[instrumental]
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judA Lombardy, Italy
“judA” è un power trio d'impostazione alternative/post-rock.
Marco Antoci D'Agostino - vc./bs.
Alberto Mangili - bt.
Alessandro Denti - ch.
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